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What the Bleep - il libro
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Centinaia di anni fa, la scienza e la religione
si sono separate, diventando antagoniste
nel grande gioco della spiegazione
e della scoperta.
Ma scienza e religione sono due facce
della stessa medaglia.
Entrambe aiutano a spiegare l’universo,
il nostro posto nel grande disegno,
e il significato della nostra vita.
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Di fatto, possono iniziare
a farlo adeguatamente soltanto quando collaborano.
Ma che ..bip.. sappiamo veramente!? è un libro di
scienza sorprendente. Con l’aiuto di oltre una dozzina
di scienziati sperimentali e teorici, vi guiderà
attraverso lo specchio della fisica quantistica all’interno
di un universo che è più bizzarro e vivo di
quanto si sia mai immaginato. E poi vi condurrà ancora
oltre, ai margini estremi della nostra conoscenza scientifica
della coscienza, della percezione, della chimica del corpo
e della struttura cerebrale.
Di che cos’è fatto un pensiero?
Di che cos’è fatta la realtà?
E soprattutto, come può un pensiero modificare la
natura della realtà?
Questa scienza non porta soltanto al mondo materiale, ma
nel profondo del regno della spiritualità. Se l’osservazione
influenza l’esito, noi non solo siamo parte dell’universo,
ma ne siamo parte attiva. Se i pensieri sono più
di attivazioni neurali casuali, la coscienza è più
di un incidente anatomico.
Esiste un potere più elevato,
ma è veramente là fuori? Dov’è
la linea di demarcazione tra là fuori e qui dentro?
Questo non è un libro di risposte definitive. Questo
è un libro di domande che espandono la mente. È
un libro che non vi mostra la via, ma le infinite possibilità.
Pensate di dover andare ogni giorno allo stesso lavoro,
a fare le stesse commissioni, di dover fare gli stessi pensieri,
sentirvi allo stesso modo?
Bene, ripensateci: scoprirete infinite possibilità
di cambiare la realtà quotidiana.
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What
the Bleep
estratti dal video
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Estratti dal libro
a pagina 3 - Miceal Ledwith
Perché
fare una Grande Domanda? Fare una Grande Domanda è
un invito all'avventura, a un viaggio di scoperta. È
entusiasmante partire per una nuova avventura; c'è
la grande gioia della libertà, la libertà
di esplorare territori nuovi.
Allora, perché non ci facciamo queste domande?
Perché porsi interrogativi apre la porta al caos,
allo sconosciuto e all'imprevedibile.
Nell'istante in cui vi fate una domanda di cui non conoscete
davvero la risposta, vi aprite a un campo di possibilità
infinite. Siete disposti a ricevere una risposta che potrebbe
non piacervi, o con cui potreste non essere d'accordo?
E se vi mettesse a disagio, o vi conducesse al di fuori
della zona protetta che vi siete costruiti, in cui vi
sentite al sicuro? E se la risposta non fosse quella che
volete sentire?
Per fare una domanda non servono muscoli, serve coraggio.
Pagina 8 - John Hagelin
Meditare
sulle Grandi Domande è un modo meraviglioso per
trascorrere del "tempo di qualità" con
la vostra mente. Quand'è stata l'ultima volta che
avete condotto la vostra mente a fare una
corsa selvaggia nel mistero? O che avete provato ad arrivare
dall'altra parte dell'Infinito?
Fare domande ha anche un enorme valore pratico. È
la porta del cambiamento.
Pagina 37 - Jeffrey Satinover
In
un solo istante mi resi conto che quest'universo è
intelligente. Procede in una direzione, e noi abbiamo
qualcosa a che fare con quella direzione. Equello spirito
creativo, l'intento creativo che è stata la storia
di questo pianeta, proviene dal nostro interno, ed è
là fuori; è la stessa cosa...
La coscienza stessa è ciò che è fondamentale,
e l'energia-materia è il prodotto della coscienza...
Se cambiamo idea riguardo a chi siamo, e riusciamo a vederci
come esseri eterni e creativi che creano l'esperienza
fisica, uniti a quel livello di esistenza che chiamiamo
coscienza,
iniziamo a vedere e a creare questo mondo in cui viviamo
in modo assai diverso.
Pagina 108-109 - Joe Dispenza
Probabilmente
siete d'accordo sul fatto che in un'infinità di
piccoli modi, create la vostra vita ogni giorno. Decidete
se alzarvi o no quando la svegliasuona. Decidete che cosa
indossare, che cosa mangiare per colazione, o forse di
saltare colazione. E imbattendovi nelle persone mentre
la giornata scorre, a casa, al lavoro o per strada, decidete
come trattarle. Le vostre intenzioni per quel giorno,
o la vostra mancata decisione di non stabilire alcuna
intenzione, ma semplicemente di lasciarvi andare alla
deriva lungo la giornata, influenzano quello che farete
e che sperimenterete.
In una visione più d'insieme, l'intera traiettoria
della vostra vita è generata dalle vostre scelte.
Volete sposarvi? Avere dei figli? Andare all'università?
Che cosa volete studiare? Quale carriera
desiderate? Quale offerta di lavoro accettare? La vostra
vita non "accade" semplicemente, ma è
basata sulle scelte che fate, o che non fate, ogni giorno.
Ma la domanda rimane: fin dove arriva questo creare la
propria vita? Fino alla possibilità di incontrare
la ragazza dei vostri sogni? Fino al capo tirannico? O
a vincere la lotteria?' E in tutti
i casi di chi è la vita che VOI state creando?
Sembra una domanda stupida, ma l'''io'' dell'''io creo
la mia realtà" è un grande punto interrogativo.
E dargli risposta contribuisce a chiarire tutta questo
fermento creativo.
Pagina 145
Il cervello è in grado di fare milioni di cose
diverse, e le persone dovrebbero davvero imparare quanto
sono incredibili, e quanto incredibile è la loro
mente. Non soltanto questa cosa inconcepibile che abbiamo
nella nostra testa può fare tante cose per noi
e può aiutarci ad apprendere, ma può anche
cambiare e adattarsi, e trasformarci in qualcosa di migliore
di quanto siamo. Può aiutarci a trascendere noi
stessi. Eforse in qualche modo ci può portare a
un livello più elevato della nostra esistenza,
dove possiamo comprendere il modo e la nostra relazione
con le cose e le persone in maniera più profonda,
e in ultima analisi essere più
significativi per noi stessi e per il mondo. C'è
una parte spirituale nel nostro cervello; è una
parte a cui tutti possiamo avere accesso; è qualcosa
che tutti possiamo fare.
Pagina 174 - Ramtha
Le
dipendenze emozionali spiegano tante cose: perché
ci sono persone che criticano sempre aspramente gli altri,
o si mettono ripetutamente nella stessa relazione basata
sull'abuso, o nella stessa orribile situazione di vita.
In altre parole, le dipendenze emozionali sono il motivo
per cui le persone continuano a creare una particolare
realtànella loro vita,anche quando dicono: «Bene,quellonon
lo creereimai». L'unicomodo per andare oltre questi
comportamenti e dipendenze ripetitiveconsistenel dire:
«Bene,nei fatti io continuo a creare questoripetutamente,
dunque devo esserne dipendente». Per moltissime
persone, tutte le creazioni della loro vita sono basate
sulle emozioni, sulla dipendenza. Come esempio di creazione
"negativa" nella vostra vita, osserviamo la
"mentalità da vittima". Inizialmente
è accaduto qualcosa di negativo, l'avete detto
a qualcuno, che si è sentito male per voi (adesso
soffre anche lui) e così ha risolto il problema.
Provate sollievo. Però,mica male, forse state pensando.
Vediamose riescoafarlo di nuovo. Improvvisamente, gli
altri si prendono cura di voi.Vi danno dei soldi, vi sostengono
emotivamente, sono affettuosi e disponibili ogni volta
che avete bisogno di loro. Naturalmente, l'altra faccia
della medaglia è che c'è una scadenza incorporata
nella relazione tra vittima e salvatore. Ogni salvatore
ha bisogno di sentirsi speciale altrettanto quanto la
vittima, così tende a proseguire dopo che la "scarica"
iniziale si è esaurita. Se nessuno dei due cambia,
entrambi passate semplicemente a riscoprire la vostra
dipendenza con persone sempre nuove. E continuano a capitarvi,
come un'autentica vittima direbbe, "situazioni negative,ingiuste':
Che è ben diverso dal dire "io continuo a
creare situazioni che mi consentono di ottenere la simpatia
e l'appoggio della gente': Il dottor Joe Dispenza lo spiega
in modo eloquente quando dice: «Lamia definizione
di dipendenza è molto semplice: qualcosa che non
potete smettere di fare. Se non riuscite a controllare
il vostro stato emotivo», afferma, «dovete
esserne dipendenti».
Pagina 189 - Amit Goswami
I QUANTI:DAL PICCOLISSIMO ALL'UMANO
Allora,
come fa ciò che è molto grande a rispondere
a qualcuno che non ha nemmeno la capacità di focalizzarsi
e concentrarsi? Forse siamo soltanto dei cattivi osservatori.
Forse non abbiamo padroneggiato l'arte dell'osservazione,
e forse si tratta davvero di un' arte. E forse siamo così
dipendenti dal mondo esterno e dallo stimolo e risposta
nel mondo esterno che il cervello inizia a funzionare
a partire dalla risposta invece che dalla creazione. Se
ci vengono date la conoscenza appropriata, la comprensione
appropriata e le istruzioni appropriate, dovremmo
iniziare a notare dei riscontri quantificabili nella nostra
vita. Se fate lo sforzo di sedervi e progettare una nuova
vita, e fate in modo che ciò diventi la cosa più
importante, e passate del tempo ogni giorno ad alimentarla
come un giardiniere nutre un seme, produrrete il frutto.
All'inizio ciò potrà richiedere del tempo;
potrà essere necessario del tempo per sviluppare
l'arte del controllo su tutto quello che la vostra mente
ha bisogno di fare. Ma dovremmo essere disposti a sederci
ogni giorno e prendere una parte della nostra giornata
e riservarla a
questo, e ringraziare per il fatto di essere vivi e per
la vita che abbiamo. E poi iniziare a osservare attraverso
la pura sincerità per progettare un nuovo futuro
possibile per noi
stessi. Se lo facciamo correttamente e osserviamo correttamente,
dovrebbero incominciare a mostrarsi delle opportunità
nella nostra vita, che non corrispondono a ciò
che possiamo prevedere, bensì esulano dalle nostre
previsioni. Ciò che si mostra, deve esulare dalle
nostre previsioni perché quand' è così,
sappiamo che proviene da una mente più grande.
Se corrisponde alle nostre previsioni, stiamo creando
ancora le stesse cose. Come possiamo creare un mondo nuovo
se possiamo prevederne l'esito? Non creiamo nulla di nuovo
quando cerchiamo un riscontro nel nostro mondo. Il cervello
ama i riscontri. Gli piace sapere quando ha
avuto successo o quando è riuscito effettivamente
a eseguire un compito, per poterlo fare di nuovo.
Pagina 203-204 - Will Arntz
Ma
quest'idea che in qualche modo il giusto e lo sbagliato
offuschino il significatoautentico e il risultato dell'evoluzione
all'inizio è difficileda accettare.È giusto
uccidere qualcuno? Posso rubare al mio vicino? Distruggere
una città?lLa ragione per cui questo è un
concetto così difficileda afferrare è che
si tratta di un modo fondamentalmente diverso di affrontare
la vita e l'evoluzione. Giusto e sbagliato si basano su
una serie di regole. Queste regole si sono evolute dagli
insegnamenti, dai valori culturali e dalla convenienza
politica. Arrivano tutte dall' esterno, dalle nostre credenze
culturali. L'evoluzione viene dall'interno. Esaminare
le decisioni dalla prospettiva dell'evoluzione presuppone
fondamentalmente che, nel suo nucleo, ogni persona sia
essenzialmente divina. Questo è molto diverso dall'idea
che siamo esseri nati peccatori o miserabili a cui dev'
essere detto esattamente che cosa fare, dal momento che
siamo miserabili per natura. E così, per mantenere
in riga questi animali umani, c'è la minaccia di
una sofferenza eterna. "Peccatori nelle mani di un
Dio irato" è il titolo di un famoso sermone
di Jonathan Edwards, uno dei primi predicatori delle pene
dell'inferno nell'America puritana. Ora, si potrebbe obbiettare
che a certi stadi di evoluzione la razza umana aveva bisogno
di questo tipo di "guida:' proprio come a un bambino
di tre anni si dice di non infilare la forchetta nella
presa della luce. Ma quello che stiamo suggerendo è
che è ora di passare da un sistema di valori
basato sul giudizio giusto/sbagliato a uno di evoluzione
personale. Eproprio come ilbambino impara quanto riguarda
le forze superiori come l'elettricità, la persona
impara quanto riguarda
le leggisuperiori dell'universo: «Non giudicare,
e non sarai giudicato; non condannare, e non sarai condannato:
perdona, e sarai perdonato». (Lc 6.37). Ovvero,
come abbiamo detto, il vostro atteggiamento interiore
verrà riflesso nella realtà esteriore. Questo
concetto di evoluzione basato sulla crescente saggezza
è molto più vicino alle quattro nobili verità
del Buddha precedentemente citate: «L'originedella
sofferenza è l'attaccamentoalle cose transitorie
e l'ignoranza che ne deriva».La sofferenza non è
la conseguenza dello scontentare un Dio iracondo e geloso,
ma è semplicemente il risultato dell'ignoranza,
del non sapere. E in quanto tale non è una punizione
bensì un indicatore, un richiamo, un cartello stradale
sulla Via.
Pag. 233
Perché preoccuparsi del cambiamento?
Davvero. È una rottura di scatole. Tutti e tutto
si mettono a urlare. I capi, gli amanti, i genitori, insomma,
addirittura le vostre cellule si arrampicano faticosamente
per ritrovare quella buona, vecchia sensazione. Scivolate
semplicemente fuori da quella cintura porta-attrezzi,
su qualche confortevole divano. Oppure no. Afferma il
dottor Joe Dispenza: Le persone devono fare quella scelta
per conto proprio. Per la maggior parte sono contente
della loro vita così com'è. La maggior parte
è felice di guardare la televisione e avere un
lavoro dalle nove del mattino alle cinque di sera. Non
è che siano contente di ciò, ma sono ipnotizzate
a pensare che sia normale. Chi percepisce un'altra sollecitazione
dentro di sé, sente chiaramente di essere interessato
a qualcos'altro, non ha bisogno che di un po' di conoscenza,
e se accetta tale conoscenza come una possibilità
e la abbraccia ripetutamente, prima o poi inizierà
ad applicare quella conoscenza.
Ora, per alcuni può darsi che ci vogliano cinque
minuti, mentre per altri può darsi che per intraprendere
quel primo passo sia necessaria un'enorme quantità
di sforzo perché devono confrontare quel primo
passo con tutto quello che conoscono, e tutto quello che
conoscono è
collegato a com'è la loro vita al momento, a come
sono tutti i loro accordi, tutte le loro relazioni. Efare
quel primo passo significa che devono valutare come sarà
il risultato
rispetto a ciò che conoscono, e c'è un conflitto
tra questi due elementi. Ma una volta che ci concediamo
di uscire dal box, c'è un deciso senso di sollievo
e di gioia.
Erwin Laszlo
Tanto la materia quanto la
mente si sono evolute da un grembo cosmico comune: il
campo energetico del vuoto quantico. L'interazione della
nostra mente e coscienza con il vuoto quantico si collega
sia con le altre menti che ci circondano, che con la biosfera
del pianeta. Esa "apre" la nostra mente alla
società, alla natura e all'universo.
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