La
scienza dell'Ayurveda trae le sue origini dai Veda,
i più antichi libri a noi tramandati dalla millenaria
tradizione indiana. Secondo gli storici odierni, i Veda
risalgono almeno a cinquemila anni fa.
I testi Vedici sono quattro: Rigveda, Samveda,
Yajurveda e Atharvaveda.
L'Ayurveda viene considerata parte della Atharvarveda.
Troviamo però comunque descrizioni di piante
medicinali e dei loro usi nella cura di alcune malattie
anche negli altri tre Veda. Questo tipo di conoscenza
risale a duemila cinquecento anni fa , ed era in uso
come sistema medico autoctono in vari paesi del sub
continente asiatico come l'India, la Cina, il Pakistan,
Bangladesh, Sri Lanka, Tibet, Nepal, Burma, (oggi Myanmar).
Ultimamente, si è verificato un interesse crescente
per questo tipo di medicina tradizionale in tutto il
mondo. Ovunque infatti, in particolare modo nei paesi
occidentali industrializzati, la gente è terrorizzata
dagli effetti collaterali e a lungo termine dei farmaci
chimici ad alto potenziale , tanto da indirizzarsi sempre
di più verso sistemi di medicina alternativa
come l' Ayurveda, Unani, Siddha, la medicina Tibetana,
la Naturopatia, lo Yoga e il Mantra-Tantra, Terapia
del Colore, Terapia della Musica e la Pranoterapia.
Le persone stanno diventando sempre più consapevoli
dell’importanza della salute e preferiscono dirigersi
verso sistemi curativi di tipo preventivo appartenenti
all’antica medicina tradizionale.
Un buon numero di pazienti sofferenti di malattie croniche
e delusi dalla medicina ufficiale si stanno rivolgendo
a quella alternativa; anzi, alcuni di loro preferiscono
andare addirittura in India per ricevere lì le
cure più adatte. Io stesso continuo a ricevere
e ho ricevuto in passato, centinaia di richieste di
consulti da pazienti in tutto il mondo. Ritengo necessario,
a questo punto, offrire il mio aiuto alla gente anche
attraverso questo libro, per aiutarla a vedere l’Ayurvveda
nella sua giusta luce.
Ayurveda per
servire l'umanità
Il termine Ayurveda è formato da due parole,
Ayu + Veda. Ayu in Sanskrito significa vita e la parola
Veda significa conoscenza. Tenendo ben presente questo
concetto, possiamo renderci conto che esiste un atteggiamento
molto interessante, e diametralmente opposto, tra il
modo di concepire la parola Vita nella scienza medica
moderna e in quella dell’Ayurveda.
La scienza moderna medicina occidentale afferma che,
fino a quando il cuore di una persona funziona, essa
è considerata viva, anche se soffre di una grave
malattia e deve essere mantenuta in vita con l'aiuto
di ossigeno e di altri rimedi meccanici che intervengono
artificialmente a regolarne le funzioni vitali. La scienza
ayurvedica, invece, asserisce che solo una persona fisicamente,
mentalmente e spiritualmente sana può essere
veramente considerata viva. Nel Sutrasthan di Charak
Sahimta si dice che 'Ayus' (Vita) è la combinazione
dei Panchmahabhutas e di Jeeva, e su questo daremo spiegazioni
nelle seguenti pagine.
Secondo l'antica conoscenza Vedica, l'universo intero
è costituito da cinque elementi basilari chiamati
"Panchmahabhutas". Essi sono: Akash (Etere),
Vayu (aria), Teja (Fuoco), Jala (Acqua) e Prithvi (Terra).
Tutte le attività dell'intero universo, Karma
e Sanskara, funzionano e sono governate dalle combinazioni
e dalle permutazioni che avvengono all'interno di questi
cinque elementi fondamentali. Lo stesso principio si
attua identico all'interno del nostro corpo. Di conseguenza,
il corpo umano ricostruisce in se' l'esatta rappresentazione
della struttura dell'Universo, in dimensioni ridotte.
Allo stesso modo in cui tutte le attività dell'Universo
si determinano a partire dall'esistenza dei Panchmahabhutas,
così il nostro corpo è governato in tutto
da questi cinque elementi fondamentali. Come è
stato spiegato sopra, il corpo umano, o Jeeva , è
costituito dai Panchmahabhutas, mentre Atman è
avvolta nelle spire di "karma e sanskarà.
Il nostro corpo fisico
è controllato e governato da tre elementi dei
Panchmahabhuta , precisamente da Vata (Aria), Pitta
(Fuoco), Kafa (Acqua). Allo stesso modo il corpo psichico
è controllato dai tre "Guna" che sono
"Satva, Raja e Tamas" . Questi tre Panchmahabhutas
( che vengono ad identificarsi nel corpo come Dosha
quando il loro equilibrio è perturbato), e i
tre "Guna" si corrispoondono e hanno fra di
loro un rapporto di complementarità. Parleremo
comunque di questo in maniera più particolareggiata
in un capitolo a parte.
Dal libro: "Ayurveda
- Lunga vita in perfetta salute" del Prof. Arya
Bhushan Bhardwaj, edito da Promolibri - Magnanelli Edizioni
I TRE DOSHA
L'Ayurveda si sviluppa intorno a
tre principali scuole e filosofie di pensiero, molto
antiche. Tutte queste scuole avevano scopi simili nella
ricerca di aiutare l'umanità a lenire la sofferenza
e il dolore, erano accomunate dalla stessa credenza,
la reincarnazione, ma differivano nello sviluppo di
studio dei concetti di base e della creazione, evolvendosi
perciò differentemente. La scuola che tradizionalmente
viene seguita e ritenuta la più completa, deriva
dalla filosofia Sankhya. È secondo questa scuola
che interpretiamo il concetto dei tre dosha come la
maniera in cui i 5 elementi di base esistenti in natura
(aria, etere, fuoco, acqua, terra), si traducono, riflettono
e lavorano all'interno del corpo umano per consentire:
il movimento (VATA), l'assorbimento e la trasformazione
(PITTA), lo sviluppo fisico, costituzionale, la forza
e la resistenza alle malattie (KAPHA).
Deduciamo, quindi, che
i tre dosha, Vata, Pitta e Kapha, altro non sono che
le tre energie biologiche e biodinamiche che sottoforma
di umori corporei e perciò tangibili e visibili,
permettono le vita e l'interazione continua con le condizioni
fornite dal pianeta.
VATA
La parola Vata deriva dalla radice sanscrita del verbo
"va" che significa movimento. La sua formazione
è spiegata con l'unione tra aria ed etere e di
questi elementi in natura ne conserva le qualità
anche sottoforma di umore corporeo. Vata è responsabile
delle caratteristiche dinamiche di una persona, del
movimento, di esilità delle forme e dei tessuti,
caratterialmente somatizza stati di nervosismo e instabilità,
permette e regola gli scambi gassosi nel sangue apportando
perciò energia di sostentamento a tutto il corpo.
PITTA
La parola Pitta deriva dalla parola "tapa"
che indica calore. La sua formazione è da ricercare
nell'unione tra fuoco e acqua e perciò presiede
a tutte le funzioni cataboliche e di trasformazione
del cibo in energia e calore. Pitta, quindi, è
responsabile della temperatura corporea, della formazione
del sangue e dell'aumento del metabolismo del cervello,
connesso alle attività mentali, a livello caratteriale
incide nelle emozioni, nei sentimenti e nelle passioni.
KAPHA
La parola Kapha deriva da due radici "ka"
che significa acqua e "pha" che vuol dire
prospera o fiorisce. È quindi chiaro il significato
della sua funzione primaria, quella di dare stabilità
e compattezza ai tessuti corporei, un vero e proprio
muratore. Infatti gli elementi in natura che compongono
questo dosha sono acqua e terra, gli elementi più
pesanti e stabili sul pianeta. Kapha conferisce forma
e abbondanza ai tessuti e alle giunture, caratterialmente
favorisce doti pacifiche e di tolleranza.
Riccardo Mentasti, insegnante di ayurveda.
IL MASSAGGIO AYURVEDICO
Aiuta a far circolare
i fluidi vitali e ad eliminare i materiali di rifiuto
del corpo e della mente. L’antica “Scienza
della vita” (Ayurveda) indiana, considera il massaggio
ayurvedico una tecnica essenziale per mantenere l’uomo
in salute e con un aspetto giovane, con una pelle liscia
e una capigliatura luminosa. Questa convinzione è
così radicata che, ancor oggi, gli indiani praticano
le manipolazioni ayurvediche come parte della routine
quotidiana.
E' importante quindi impararne la corretta manualità,
la filosofia su cui si basa al fine di poter svolgere
un appropriato Trattamento Ayurvedico.
Come si pratica
Con olii specifici per ogni singolo dosha, cioè
per ogni tipologia psicofisica. Chi è magro,
brillante e freddoloso, per esempio ha come dosha dominante
Vata ed è trattato con olio tridosha (sesamo).
Chi è caloroso, di struttura fisica forte, iperattivo,
appartiene al tipo Pitta e viene trattato con olii di
erbe indiane. Infine chi tende al soprappeso ed ha un
carattere conciliante è un tipo Kapha: per lui
olii di girasole o mais. Le manipolazioni sono diverse
per l’uomo e per la donna, l’ambiente è
luminoso e silenzioso. A trattamento ultimato, il ricevente
riposa a occhi chiusi per favorire la penetrazione delle
sostanze. Viene eseguito in alcuni istituti estetici,
studi di massaggiatori e nei centri ove si pratica il
panchkarma (un insieme di pratiche di purificazione),
ma andrebbe anche completato da massaggi quotidiani
in versione fai-da-te.
Come agisce
Purificando il corpo e riequilibrando i suoi centri
energetici (marma & chakra) ristabilisce quell’armonia
psico-fisica che è alla base della salute e della
bellezza.
Che effetti ha
Disintossica, riequilibra, dà un senso di benessere,
migliora le funzioni corporee (digestione, motilità
intestinale, sudorazione) e rende più belli pelle
e capelli.
E’ utile al trattamento di molte malattie ostinate,
le quali sarebbero altrimenti incurabili.
Aiuta a mantenere il corpo giovane; la pelle, i muscoli,
le arterie, le vene, il sistema linfatico, il sistema
nervoso e tutto l’organismo riceve grande beneficio,
rafforzando il sistema immunitario.
A chi è
consigliato
A chi vuole prevenire l’invecchiamento estetico
ed organico.
Ideale nei cambi di stagione per aiutare il corpo ad
eliminare le tossine.
Il massaggio è la tecnica più antica conosciuta
dall’uomo per alleviare il dolore e la sofferenza.
Dal suo originario istinto naturale, si è evoluta
nella consapevolezza umana attraverso un’antica
saggezza.
Il trattamento ayurvedico per ...
Mal di testa, sciatalgia, artrosi cervicale, reumatismi,
dolori lombari, stress, ansietà, insonnia, depressione,
rilassante, rinvigorente, decontratturante, trattamento
sistematico delle ritenzioni, problemi muscolari, prevenzione
infiammazioni articolari, lenisce i dolori derivanti
da artrite e mestruazioni dolorose, assenza di effetti
collaterali o secondari.
( a
cura di AYURVEDA A.I.M.A. )
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