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PIERO
FERRUCCI |
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il sito dell'Autore - www.pieroferrucci.it
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BIOGRAFIA
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Piero Ferrucci
si è laureato in filosofia all'Università di Torino
nel 1970. Ha studiato con Roberto
Assagioli, il fondatore della psicosintesi, e ha scritto vari
libri: Crescere (Astrolabio), Esperienze delle vette (Astrolabio),
I bambini ci insegnano (Mondadori) e, con Laura Huxley, The
Child of Your Dreams . Ha anche curato il libro The Human
Situation , conferenze di Aldous Huxley. E' psicoterapeuta
e didatta della Società di Psicosintesi Terapeutica.
Vive con la sua famiglia vicino a Firenze.
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Autore del libro "La
forza della gentilezza" |
Chi di noi non vorrebbe
un po' più di gentilezza nella sua vita? Il calore dell'affetto,
la bellezza della generosità, il sollievo di essere ascoltati
e visti per quello che siamo per davvero, il sostegno dell'amicizia,
la meraviglia della gratitudine: tutto questo (e molto altro
ancora) è la gentilezza. In un mondo sempre più
impersonale e sempre più violento, non ne abbiamo mai
avuto così bisogno come ora. La
gentilezza, quando la riceviamo, ci fa star bene, a volte
ci salva la vita. Ma anche essere gentili fa un gran bene.
E offre immensi vantaggi per la nostra crescita personale,
la nostra salute, le relazioni con gli altri, perfino l'apprendimento
scolastico, l'efficienza nel lavoro e il successo negli affari.
Il vero beneficio della gentilezza e delle sue qualità,
però, è intrinseco. La ricompensa della gentilezza
è la gentilezza. La quale è una porta che si
apre a uno stato di coscienza più libero e vasto, dove
ansia, rabbia o depressione scompaiono. Alla fine si scopre
che la gentilezza è sinonimo di salute mentale.
Il soggetto della gentilezza e delle sue
qualità è trattato dal punto di vista scientifico:
infatti le sperimentazioni e le scoperte in questo campo stanno
aumentando a vista d'occhio. Al tempo stesso questi argomenti
sono vecchi quanto il mondo: non c'è quindi da stupirsi
che varie tradizioni spirituali, e vari poeti e filosofi,
abbiano voluto dire la loro in proposito. Inoltre la gentilezza
è vista, anzichè come un'idea astratta, come
un modo di essere e di agire nella intricatissima selva della
nostra esistenza quotidiana.
Come qualsiasi cosa buona, anche la gentilezza
ha i suoi rischi e le sue deformazioni: per esempio l'arrendevolezza,
la cortesia ipocrita, la soppressione delle emozioni negative,
ecc. Il libro affronta anche questi temi. Il rischio di scambiare
la gentilezza per debolezza c'è sempre. Vaso di coccio
fra vasi di ferro? No grazie.
A poco a poco la gentilezza, lungi dall'essere
una forma di cedevolezza, emerge come una forza - quella forza
senza la quale l'umanità non può sopravvivere,
e grazie a cui ognuno di noi può trovare il proprio
equilibrio e il senso della sua vita. |
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Piero
Ferrucci La
forza della gentilezza Che
cos'è, perchè può renderci felici |
2006 - 225 P. (Mondadori) Prezzo € 9,40
Compralo
su IBS
Essere gentili conviene: fa
bene alla salute, guadagna simpatie, crea intorno un
clima positivo e sereno. Il vero tornaconto della gentilezza,
tuttavia, sta proprio nell'essere gentili. La gentilezza,
infatti, dà un senso e un valore alla nostra
esistenza, ci fa dimenticare i guai quotidiani e sentire
bene con noi stessi. Piero Ferrucci mostra in questo
libro, frutto di ricerche scientifiche, ricco di aneddoti
tratti dalla sua esperienza di psicoterapeuta e punteggiato
di rimandi a fiabe e racconti delle più varie
tradizioni, che una qualità "inattuale"
come la gentilezza può rivelare un potere dirompente
soprattutto nell'epoca odierna, in cui i rapporti fra
esseri umani sono sempre meno autentici e sempre più
formali. |
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COMMENTI AL LIBRO
(da IBS) |
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stefano (10-03-2007)
Ennesimo volumetto di auto-ri-educazione che va ad aggiungersi
ad una serie già assai nutrita di titoli, anche questo
"La forza della gentilezza” non dice niente né
di nuovo né di profondo; scritto con uno stile furbescamente
salottiero, adatto ad un pubblico televisivo di modesta levatura
culturale, alterna concetti ormai di patrimonio generale a non
poche banalità, fortunatamente avvalendosi di una serie
di citazioni simpatiche e godibili pescate dalle culture orientali.
Personalmente ho rimpianto la spesa ed avuto conferma che l’editoria
non sa proporre una fascia mediana tra il salottier-divulgativo
e il livello specialistico scarsamente adatto ad un pubblico
non specificamente preparato.
Voto: 3 / 5 |
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giuseppe giuseppec99@yahoo.it
(21-10-2006)
Un libro definibile la bibbia del nuovo millennio.Indispensabile
in un epoca di "raffreddamento globale" in cui azioni
come dialogare, indugiare, raccontare e raccontarsi vengono
molto scoraggiate, mentre la "lealtà al marchio"
diventa una pratica sempre più importante e premiata.
Un libro per me straordinario e utilissimo per difendere e rispettare
l'eesenza della propria anima nell'Era della Distrazione e della
continua interruzione dei rapporti umani. Da leggere e rileggere
nelle sue diverse parti, ogni volta mi insegna una nuova forma
di gentilezza, ossia le speranze di ognuno nel guardare al futuro
con coraggio, dignità, rispetto e, soprattutto, con gioia.
Perchè "...forse dobbiamo adottare un modo di pensare
diverso, più sottile, e renderci conto che viviamo in
un universo fatto di relazioni multiformi, di delicate interazioni,
e di effetti misteriosi e imprevedibili..." e "siamo
più simili a cellule che vivono di scambi continui e
dipendono dalle altre cellule per vivere...una prospettiva in
cui non c'è più debito nè credito e lo
scambio è continuo e costituisce ciò che siamo
e come viviamo". Insomma "tocca a noi decidere.Prendere
la strada dell'egoismo e della prepotenza,o imboccare la via
della solidarietà e della gentilezza. In questo momento
così pericoloso della storia umana la gentilezza non
è lusso, è una necessità. E magari scopriremo
che il regalo più bello l'abbiamo fatto a noi stessi".
Voto: 5 / 5 |
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nasofino (05-04-2006)
Sono d'accordo con Enrico. La gentilezza
viene vista con sospetto, ancor più quando è accompagnata
da buona educazione: ci si sente definire sciocchi bonaccioni,
oppure infidi, perchè è molto più semplice
mostrare aggressività e lagnanze che un viso sorridente,
anche quando non è tutto roseo. Però, se la gentilezza
non è un atteggiamento, ma è qualcosa che nasce
dall'intimo, presto o tardi viene capita...non per questo verrà
accettata da tutti, ma solo da coloro, ed è la cosa importante,
che sapranno apprezzarla. Con questo libro si può imparare
a non temerla ed a viverla bene. Un grazie a chi l'ha scritto
Voto: 5 / 5 |
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enrico radicchi (19-03-2006)
"Per gli antichi atzechi noi nasciamo senza faccia e la
faccia ce la dobbiamo formare, conquistare, a mano a mano che
cresciamo. Questo ci è possibile solo attraverso la verità,
perchè se mentiamo non abbiamo una faccia con cui presentarci
agli altri; al suo posto c'è un volto senza forma perché
non si sa bene cosa vogliamo veramente dire. Solo con un autentico
volto saremo capaci di uscire da Tlatlicpac, il mondo dei sogni"(pag.
23). E' che avevo dei dubbi, circa la gentilezza, che cioè
potesse essere la maschera di un egoismo con cui non si riesce
a fare i conti, perfino in cima a un monte , in fondo ad ascetiche
spelonche.E invece bastano le prime pagine di questo forte libretto,
per chiarire il sospetto. Il libro ha una prefazione del Dalai
Lama, un'introduzione sul nostro mondo che si va glaciando,
e che dovrà, per sua prosperità, essere riscaldato
dalla costellazione delle virtù gentili,ciascuna delle
quali viene illustrata in 18 capitoletti (il vezzeggiativo per
invogliare chi temesse di troppo dover leggere:-))che vanno
da Sincerità a Gioia; come bonus, una breve conclusione
su "come funziona la gentilezza". Ogni capitolo intreccia
episodi quotidiani dell'autore , dei suoi pazienti o conoscenti
, figli e amici, con episodi di celebrità (Schweitzer
che s'infila un'aringa in tasca al pranzo di gala per il Nobel
con la famiglia reale in Svezia, per es.), e citazioni originali
da tutte le culture; moltiplicandone le infinite sfaccettature,
la gentilezza prende anche per noi a brillare della sua vera
e forte luce,e la diffonde moltiplicata intorno, e ci riscalda;
insomma,il suddetto libro fa bene alla salute!Cin cin, dunque,
e lo consiglio senza dubbio:)))
Voto: 5 / 5 |
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MEDITAZIONE SULLA
GENTILEZZA |
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Come si
fa a essere gentili? Esistono tecniche per sviluppare un certo
modo d'essere e di agire? La risposta è sì: possiamo
coltivare le qualità della gentilezza: gioia, fiducia,
empatia, generosità, e via dicendo. Ma prima bisogna
verificare una condizione essenziale: che la nostra relazione
con queste qualità sia buona. Se pensandoci sentiamo
irritazione, o sensi di colpa e di inadeguatezza, o ci giudichiamo
in modo negativo, queste sono tutte interferenze che ci stancano
e ci opprimono. Perchè prendere la gentilezza come scusa
per farsi del male? Più assurdo di così si muore.
Quando qualcuno di questi personaggi
(senso di colpa o di inadeguatezza, irritazione) fa capolino
non si può ignorarlo. Bisogna capire da dove viene,
e in che maniera ci condiziona. E poi bisogna tenerlo d'occhio,
perchè può causare disastri. La gentilezza offre
il vantaggio di poterci rendere la vita più facile
e più felice. Ma possiamo coltivarla solo se siamo
convinti che la desideriamo per davvero. La gentilezza non
può avere origine da un malinteso senso del dovere
o da una costrizione esterna. L'unica vera gentilezza sgorga
spontanea dal cuore. Le qualità della gentilezza non
devono essere adottate come strumenti di tortura – è
un uso improprio, che le contraddice in maniera plateale.
Come si fa a criticare se stessi perchè non si è
abbastanza tolleranti, o dubitare di avere abbastanza fiducia,
o deprimersi perchè non si ha abbastanza gioia? Stop!
Allarme! Direzione sbagliata! Inoltre non è possibile
avere tutte le qualità in maniera completa e perfetta.
Che cosa vogliamo diventare, Babbo Natale? Le varie qualità
della gentilezza sono in realtà vie di liberazione.
Sono delle maniere per allargare la gamma delle nostre idee
e delle nostre emozioni, e così arricchire la nostra
vita e quella degli altri. Non sono una nuova legge da aggiungere
alle altre che già regolano la nostra vita e magari
ci limitano, ma una via che ci conduce a nuove possibilità.
Vista questa premessa essenziale, vediamo
le maniere pratiche per coltivare la gentilezza e le sue qualità.
1 - Riflessione
Anzitutto pensarci. Per dieci minuti ogni
giorno per un periodo, diciamo, di un mese, pensiamo a una
delle qualità della gentilezza. Scriviamo tutte le
idee che ci vengono in mente. Esaminiamo il soggetto da tutti
i lati possibili. Ce ne domandiamo le caratteristiche, il
significato, le ramificazioni. Ci chiediamo come sarebbe la
nostra vita se esprimessimo in maggior misura questa qualità.
Non ci spaventiamo dei momenti in cui non ci viene in mente
più niente, oppure solo le stesse idee di prima e pensiamo
di avere esaurito l'argomento. E invece continuiamo a riflettere.
In questo modo andiamo a fondo in questo soggetto, lo facciamo
nostro. Noi diventiamo ciò a cui pensiamo. Se pensiamo
alle nostre disgrazie, diventiamo amari. Se pensiamo alla
gentilezza diventiamo gentili. Questa è la meditazione.
2 -Visualizzazione
Il secondo modo è di immaginare
di essere già così. Se, per esempio, la qualità
da noi scelta è la fiducia, immaginiamo vividamente
di essere già fiduciosi. Immaginiamo il calore e il
benessere che sentiamo a essere fiduciosi. Immaginiamo di
avere già tutte le emozioni che vengono con la fiducia.
Immaginiamo quale stile di pensiero adotteremmo se fossimo
più fiduciosi: per esempio, saremmo più ottimisti.
Si può immaginare qualcosa che non
esiste ancora, perchè nell'immaginazione tutto è
possibile. Quando noi immaginiamo di essere in un certo modo,
il nostro sistema nervoso impara ad esserlo. Noi diventiamo
ciò che immaginiamo di essere.
3 - Simboli
Il terzo modo è il simbolismo. Possiamo
visualizzare per qualche minuto un simbolo che rappresenta
la gentilezza o una sua qualità: un sole che irradia
una luce calda e benefica, per esempio, o una fonte di acqua
purissima, o un albero secolare che accoglie e protegge fra
i suoi rami numerosi esseri viventi, o le mani di due persone
che si toccano e si stringono, o qualsiasi altra immagine
simbolica che troviamo convincente ed efficace. I simboli
sono il modo più efficace per parlare al nostro inconscio,
perchè sono il suo linguaggio. Sono una porta che si
apre sulla dimensione psicologica e spirituale che vogliamo
evocare in noi stessi.
4 - Azione
Il quarto modo è l'azione. Fare
qualcosa di gentile: le occasioni non mancano. Scrivere una
lettera per tirare su il morale a qualcuno, o preparare il
caffè a un amico un po' stanco, o leggere una storia
ai bambini prima di dormire. Impariamo facendo. Ogni nostro
atto evoca gli stati d'animo e i pensieri corrispondenti.
Siamo tutti apprendisti: impariamo a essere gentili facendo
atti di gentilezza.
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La gentilezza si può coltivare.
Come qualsiasi altro tratto o comportamento. Pensiamo a un
orto. Ci possiamo coltivare gli ortaggi che vogliamo. Prima
li scegliamo, poi prepariamo il terreno, poi seminiamo, poi
concimiamo e annaffiamo, e in seguito seguiamo con attenzione
ciò che sta crescendo. Allo stesso modo, con le nostre
azioni, i nostri pensieri, le nostre immagini mentali, e soprattutto
la nostra attenzione ripetuta, possiamo scegliere oggi ciò
che, a poco a poco, vogliamo diventare domani.
(dal sito di Piero Ferrucci - www.pieroferrucci.it
)
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